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Trento, 15 febbraio 2006
CONTRATTO MONDIALE SULL’ACQUA
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e democratici per L’Ulivo

Premesso che:

gli artt. 8 e 13 del disegno di legge 2 marzo 2005 n. 104 attribuiscono ai comuni le funzioni amministrative in materia di servizi pubblici d’interesse locale, in particolare il ciclo dell'acqua, da organizzarsi sulla base di ambiti territoriali ottimali e da gestirsi, presumibilmente, attraverso la comunità di valle;

ancora oggi vi sono al mondo più di un miliardo e quattrocento milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e 2,4 miliardi che non hanno accesso ad installazioni sanitarie adeguate, con la conseguenza che 30 mila esseri umani muoiono ogni giorno per malattie dovute all’assenza o cattiva qualità dell’acqua e dell’igiene. Eppure le Nazioni Unite avevano promosso nel 1980 “Il Decennio Mondiale dell’Acqua e dell’Igiene (1981-91) con l’obiettivo di assicurare l’accesso all’acqua per tutti nel 2000!

il 2003 è stato l’Anno Internazionale dell’Acqua. Innumerevoli sono state le manifestazioni ed i convegni, in tutto il mondo. Nella fase conclusiva dell’anno, a Roma il 10 dicembre 2003, cittadini, politici ed esponenti della società civile di tutto il mondo si sono riuniti ed hanno dato vita alla “Dichiarazione di Roma”, per affermare l’acqua come “diritto umano universale”;

Il Comitato Italiano per un Contratto mondiale sull’acqua ha successivamente pubblicato, alla fine del 2005, un nuovo manifesto che rilancia quello redatto negli anni precedenti ed evidenziando come in Italia i consumi domestici permangono a livelli eccessivi, quindi di spreco, se si pensa che l’italiano medio consuma 213 litri al giorno d’acqua potabile mentre lo Svizzero si limita a 159 e lo Svedese si “accontenta” di 119 litri. In Italia gran parte dell’acqua potabile è impiegata per usi agricoli – con grande spreco derivante da vecchie tecniche e da strumenti obsoleti di irrigazione – ed industriali, con un ritorno bassissimo per le casse pubbliche. Inoltre, l’Italia è il primo paese al mondo per consumo pro capite di acqua minerale e di sorgente in bottiglia (più di 180 litri all’anno per persona) pur sapendo che essa costa da 200 a 2000 volte l’acqua di rubinetto;

per l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e per la FAO (Organizzazione mondiale per l’alimentazione) ogni persona ha bisogno per vivere di 50 litri al giorno di acqua potabile sana. Garantire l’accesso a tali quantità d’acqua nella qualità dovuta è l’oggetto del diritto umano e sociale, individuale e collettivo all’acqua. Esso implica un governo complesso ed integrato dell’insieme degli elementi e dei fattori naturali, sociali, economici e politici che solo i “poteri pubblici” possono esercitare.

per il conseguimento degli obiettivi indicati sia nella “Dichiarazione di Roma”, sia nel più recente documento del Comitato italiano per il Contratto mondiale sull'acqua, obiettivi che riguardano iniziative sul piano legislativo, regolamentare e gestionale, volti a garantire sia l’accesso all’acqua per tutti, nel mondo, come diritto umano individuale e collettivo, nella quantità e qualità sufficiente alla vita ed alla salute, nel rispetto della vita degli ecosistemi, sottratto alle logiche mercantiliste e finanziarie degli operatori privati in un “ libero” mercato, sia a far comprendere che l’acqua è un “bene comune pubblico”, patrimonio dell’umanità, fonte di pace, di cooperazione e di solidarietà anche nel rispetto dei diritti delle generazioni future;

nell’ambito del riconoscimento dell’acqua come diritto umano, universale, inalienabile, imprescrittibile, il manifesto per il Contratto mondiale sull’acqua prevede ad esempio a livello di ATO il riconoscimento di 40/50 litri di acqua gratuita al giorno come diritto di base da assicurare ad ogni cittadino;

il manifesto fra l'altro prevede anche la costituzione di appositi fondi per garantire il diritto umano all’acqua, per la difesa e la tutela del patrimonio idrogeologico, ivi comprese la salvaguardia delle sorgenti delle comunità montane. Si tratta di fondi di carattere internazionale, nazionale e locale alimentati con introiti ricavati da i centesimi della pace (la destinazione alle politiche per l'acqua dei proventi ricavati dalla riduzione delle spese per gli armamenti, in ragione dell'1% pari a circa 9 miliardi di $ per anno), i centesimi di un altro consumo (il prelievo in tutti i paesi di un cents su ogni bottiglia di acqua minerale) e i centesimi della solidarietà (destinare un cent di euro per ogni metro cubo di acqua potabile consumata). Riguardo a quest’ultima soluzione vanno evidenziate le iniziative già attivate dagli ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di Venezia e di Firenze, con la costituzione di appositi fondi le cui risorse sono impiegate in attività di cooperazione e solidarietà internazionale.

Ciò premesso

il sottoscritto interroga la Giunta provinciale per sapere:

1. se condivide la necessità di promuovere tra i Comuni e tra i Comprensori (e le future Comunità di valle) del Trentino, anche per mezzo di un apposito accordo con il Consiglio delle Autonomie e con il Consorzio dei Comuni del Trentino, l'adesione alle proposte indicate dal “Manifesto di Roma” successivamente integrate ed attualizzate nel manifesto elaborato dal Comitato Italiano per un Contratto mondiale sull’acqua, avviando le conseguenti azioni sul piano amministrativo e gestionale;

2. se abbia intenzione di indirizzare le azioni di cui al punto precedente verso l’obiettivo della costituzione fra gli enti locali del Trentino di un fondo per la solidarietà alimentato con la formula del “centesimo per l’acqua”. 

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

 

 

     

Roberto Bombarda

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